Abbiamo voluto richiamare, opportunamente alterato, il titolo di una nota novella di Luigi Pirandello per ricordare nel decimo anniversario della sua scomparsa Marcella di Folco.
Questo ricordo è particolarmente indirizzato alle “nuove generazioni” o a chi non conobbe Marcella, perché chi la conobbe, anche solo attraverso forme di comunicazione, non può essersi dimenticato di Lei.
Di Marcella di Folco vogliamo dipingere i tratti psicologici
perché i fatti della sua vita discendono direttamente da ciò che era, e non era certamente ciò che altri avrebbero voluto fare di Lei.
Da questo emerge che il valore supremo della sua vita fu la libertà e disse, forse con una certa amarezza, che “ Il transessualismo non è una scelta” e “Io mi sono sempre sentita donna”.
La poliedricità di Marcella è incredibile: uomo, trans, donna, attore, protagonista delle notti romane, prostituta, attivista per i diritti civili, politica; al punto di avere fatto scrivere di Lei: “ è morta nel 2010 dopo avere attraversato molte vite”.
Per chi volesse saperne di più, c’è un libro di Bianca Berlinguer, dal titolo STORIA DI MARCELLA CHE FU MARCELLO, che raccoglie interviste ed affermazioni della Di Folco.
La copertina di questo libro è realizzata con una fotografia di Marcella che la ritrae in una posa e con uno sguardo che richiama immediatamente l’immagine dell’attrice Meryl Streep.
Questo evidenzia la bellezza e soprattutto la capacità seduttrice di cui era capace Marcella, che nel libro dice: “… se decidevo di prendermi un uomo non conoscevo ostacoli e non avevo rivali”.
La Di Folco ebbe parti in 23 film, nei quali interpretò sempre ruoli maschili; i maggiori registri italiani la vollero per recitare brevi, ma importanti e caratteristici momenti del copione.
Federico Fellini la volle in Satyricon, Roma, la Città delle donne ed Amarcord, dove interpretò il ruolo del principe Umberto, nella mitica scena di “Gradisca”.
Roberto Rossellini, Mario Monicelli, Dino Risi ed altri ancora la vollero in quei ruoli maschili dove la commedia si alternò alla satira, e quest’ultima spesso alla tragedia.
Marcella Di Folco fu la prima transessuale al mondo a ricoprire un incarico pubblico
come consigliere comunale di Bologna, dove si era trasferita, dopo gli anni romani, dalla sua città natale.
Lei era fermamente convinta che non ci fossero confini fra la dimensione politica e quella personale e spesso ripeteva che la sua vita era stata bellissima, anche se durissima.
Fu presidente del MIT e con Lei le istituzioni iniziarono a cambiare atteggiamento nei riguardi delle persone LGTB, al punto che una delegazione da Lei guidata fu ricevuta dal presidente della repubblica.
Marcella Di Folco ha influenzato moltissimo chi le stava accanto; aveva una personalità straordinaria, nella quale si riusciva a sentire la sua portata storica.
Per questo, quello che il mondo LGTB oggi si ritrova è il frutto di tante Sue battaglie.