Sentiamo tanto parlare di questa sigla ma cosa vuol dire esattamente?
Ecco a voi tutte le spiegazioni delle lettere della sigla e qualche curiosità sul mondo LGBTQIA!
L’importanza della distinzione e della sigla
L’identità sessuale è un elemento che caratterizza l’individuo e lo rende riconoscibile nella società. Non si tratta, come si pensa erroneamente, all’orientamento sessuale, che indica i gusti e le pulsioni intime ma, al contrario, dell’interiorità che viene mostrata all’esterno. Mentre in passato, a causa della forte discriminazione per le persone che, in base alla morale comune, uscivano dalla normalità, si tendeva ad uniformare le categorie sotto la dicitura gay, senza alcuna specificazione, oggi, invece, si cerca di dare a ciascuna la propria caratterizzazione offrendo una luce nuova, utile anche a comprendere meglio la tematica. Il tema dell’omosessualità, o della sessualità che non aderisce a certi canoni, per alcuni aspetti costituisce ancora un taboo che viene determinato innanzitutto dall’ignoranza, ossia dalla non conoscenza di certi argomenti che, se affrontati nel modo sbagliato rischiano di ferire le persone e di ghettizzarle, come d’altronde è accaduto negli anni addietro. Ecco che una piena distinzione tra le varie tipologie aiuta ad evitare l’isolamento e ad agevolare l’inclusione in un mondo che è cambiato e vede finalmente tutti protagonisti della propria vita e, soprattutto della propria storia personale.
Cosa significa la sigla LGBTQIA?
LGBTQIA è un acronimo che raggruppa in sè diverse specificazioni riferibili alle categorie di persone che vengono classificate a seconda della propria identità ed orientamento sessuale. Si tratta di una sigla introdotta per la prima volta negli Stati Uniti in risposta ad una forte esigenza della comunità omosessuale che voleva precisare in modo chiaro la differenza tra i vari soggetti, anche al fine di donare loro una visibilità nuova dopo anni di esclusione totale dalla società. In sostanza, mentre in passato il cosiddetto diverso veniva escluso e deriso insieme a tutti coloro che mostravano un orientamento similare, oggi invece ciascuno ha diritto di riconoscersi in un concetto che si esplica appunto con la terminologia LGBTQIA. La sigla, in particolare, comprende le parole: lesbian, gay, bisexual, transgender, queer, intersexual e asexual. In pratica, attraverso questa specificazione si abbracciano tutte le categorie di persone che si riconoscono all’interno di una qualificazione generale. L’universo LGBTQIA, come è giusto che sia, è abbastanza complesso, e merita la giusta attenzione balzando alla ribalta, anche al fine di ottenere un riconoscimento nei confronti di quella società che invece di accogliere le persone in difficoltà le ha escluse. Fa outing, ossia manifestare liberamente il proprio orientamento sessuale rappresenta ancora oggi, in particolare in alcuni contesti, una rarità. I giovani che si dichiarano gay ai propri genitori vengono cacciati di casa, i transessuali non riescono a trovare lavoro, i bisessuali sono considerati schiavi del vizio, e così via. Con riferimento ai pregiudizi si potrebbe redigere un elenco lunghissimo che mette in evidenza un dato allarmante, le famiglie che educano i propri bambini all’intolleranza cresceranno adulti omofobi, per questa ragione occorre intervenire sin dalla tenera età per far comprendere ai più piccoli come l’amore possa avere diverse forme. Ma analizziamo insieme la sigla:
Lesbian
Lesbian è la categoria riguardante le donne che sono attratte sessualmente da altre donne. Il nome deriva dall’isola greca di Lesbo in cui la poetessa Saffo decantava, attraverso le sue opere, l’amore per il genere e il corpo femminile, sinuoso e seducente. I pregiudizi vedono le persone lesbiche come degli uomini mancati, con un abbigliamento, un modo di fare e di parlare prettamente maschile. Questo è vero solo in parte in quanto vi sono donne lesbiche che, non accettando in qualche misura la propria femminilità tentano di mascherarla, ma ve ne sono altrettante che, pur avendo attrazione per le donne, non cambiano assolutamente stile ma continuano ad apprezzare l’abbigliamento, anche vistoso, le scarpe con i tacchi, i trucchi e i gioielli. Le donne lesbiche sono spesso vittime di prese in giro da parte degli uomini che, per una sorta di riserva mentale, non riescono ad ammettere di non avere influenza su di loro. I gusti sessuali sono però ben definiti quindi non è detto che una bella donna debba necessariamente subire il fascino del cosiddetto maschio alfa.
Gay
Il termine gay nella sigla rappresenta il sinonimo di omosessuale, ossia chi è attratto sessualmente da persone del suo medesimo sesso, dalla parola greca omos che vuol dire appunto uguale. Con il termine gay si dovrebbero indicare tutte le persone omosessuali, uomini e donne, ma convenzionalmente viene utilizzato per riferirsi maggiormente agli uomini. I gay hanno subito nel tempo molte discriminazioni. Mentre in passato, come ad esempio all’epoca di Alessandro Magno e Giulio Cesare, l’omosessualità non veniva considerata con sfavore, con l’introduzione massiccia della religione cattolica, è diventata un peccato gravissimo, con relativo isolamento delle persone che se ne macchiavano. Vivere in modo nascosto le proprie pulsioni rappresentava in molti casi una forma di sopravvivenza dalle angherie. Con l’epoca moderna i gay continuano a subire a causa della diffusione del virus dell’AIDS. Infatti, per la cattiva informazione, si credeva erroneamente che l’infezione scaturisse dai rapporti anali tra uomini e quindi provocata addirittura dai gay. La circostanza è stata poi smentita da apposite ricerche mediche sul punto.
Bisexual
La categoria bisexual riguarda le persone, uomini e donne, attratte da ambedue i sessi. Tale classificazione, sempre a causa dell’opinione comune, ha ricevuto numerose critiche e discriminazioni proprio perchè non riconosciuta come un orientamento sessuale ben definito che si esplica su due percorsi che si intersecano ma come un vizio della lussuria, dunque da condannare. Il bisessuale, ancora oggi in talune circostanze, non viene considerato come una persona che, nella massima esplicazione della sua normalità, può trovare attraente sia un uomo che una donna, ma come un vizioso che interpreta il sesso con perversione. Le ricerche mediche sull’argomento hanno evidenziato però esattamente il contrario in quanto è perfettamente possibile una pulsione duplice e la stessa non deve essere considerata affatto un’anomalia. Dopo tutto occorre soffermarsi sul fatto che l’uomo e la donna, sia dal punto di vista fisico e anatomico sia dal punto di vista mentale, hanno estrinsecazioni diverse che possono attrarre congiuntamente.
Transgender
I transgender sono senza dubbio le persone che, a causa del loro orientamento e identità sessuale hanno subito le maggiori esclusioni proprio per mancanza di sensibilità. L’ignoranza, intesa come mancata conoscenza di un determinato argomento, porta ad avere dannosi preconcetti sugli individui e tale modo di fare può sfociare in atteggiamenti cattivi e discriminatori. I transgender sono coloro che, sia in modo chirurgico che medico, hanno compiuto un percorso di transizione da un sesso ad un altro. Alcuni completano il percorso mediante un intervento di chirurgia che prevede l’asportazione dell’organo genitale originario e la formazione di uno nuovo, ad esempio per l’uomo che viene privato del pene e riceve una vagina creata clinicamente. Altri invece, ancora non convinti della strada chirurgica, affrontano un periodo farmacologico con l’assunzione di medicinali ormonali che portano alla modifica progressiva del corpo. Ad esempio, nel caso dell’uomo che desidera diventare donna, con gli ormoni cresce il seno, cade la peluria e la voce diventa più delicata ed aggraziata.
Queer
Il termine queer, rispetto alla classificazione della sigla LGBTQIA, ha un’introduzione recente, avvenuta negli ultimi anni in America. Questa parola in inglese significa strano, ossia una persona che esce fuori dagli schemi e non trova una apposita qualificazione. Tale termine, applicato nella materia sessuale assume un’importanza particolare per quelle persone che, uomini e donne che siano, vogliono apparire eccentrici agli occhi della società adottando un look vistoso. Il termine queer nasce anche (e soprattutto) in contrapposizione agli stereotipi diffusisi nell’ambiente gay. Alcune persone queer si identificano come tali perché sentono che ciò li aiuta, li potenzia nell’essere se stesse a un livello e in un modo che va oltre le rigide limitazioni della tradizionale interpretazione binaria dell’orientamento sessuale (omo/etero/bi-sessuale) e dell’identità di genere (maschio/femmina). Per loro, essere queer significa eliminare tali etichette e le aspettative ad esse legate per abbracciare il fatto che la loro sessualità (identità e/o orientamento) è semplicemente diversa dalla “norma” in uno o più modi. Storicamente, il termine era un epiteto affibbiato in Inghilterra alle persone gay come offesa.
Intersexual
Intersexual è una specificazione che si riferisce alle persone i cui cromosomi sessuali, i genitali e/o i caratteri sessuali secondari non sono definibili come esclusivamente maschili o femminili. Un individuo intersessuale può presentare caratteristiche anatomo-fisiologiche sia maschili sia femminili.Le cause di tali caratteristiche possono essere varie, sia congenite sia acquisite (come nel caso di alcuni disturbi ormonali) e possono intervenire a livello cromosomico, ormonale e morfologico. Un caso di intersessualità è ad esempio l’ermafroditismo. In tali circostanze, l’intersessuale appare e si comporta mediante l’orientamento sessuale che spicca maggiormente e, al raggiungimento dell’età adulta, anche per lo svolgimento di una corretta attività intima, decide di quale organo sessuale liberarsi mediante una delicata operazione chirurgica. In passato tale categoria veniva considerata quasi come uno scherzo della natura e, in mancanza di conoscenze mediche, tali persone venivano isolate a vita o sfruttate come fenomeni da baraccone nelle case di appuntamento. Per fortuna, la prima forma di intervento è rappresentata oggi dalla cura farmacologica mediante ormoni che consentono di ridurre progressivamente gli organi genitali recessivi ed agevolare anche l’operazione chirurgica che è comunque abbastanza invasiva. Coloro che hanno subito l’intervento hanno dichiarato che la convalescenza è abbastanza pesante e dura da affrontare.
Asexual
Infine, l’ultima lettera della sigla LGBTQIA è la A di asexual, classificazione che si riferisce alle persone che sono prive di pulsioni sessuali. Così come vi sono persone che sono naturalmente attratte verso gli uomini, le donne o entrambi, vi sono anche persone che non provano alcuno stimolo intimo e trascorrono anche una vita intera senza avere congiunzioni carnali nè tanto meno episodi di masturbazione. Nelle epoche passate gli asessuati venivano celebrati come persone virtuose che, nonostante le pulsioni, riuscivano a resistere e a non farsi traviare. In realtà, gli asessuati non sono dei martiri che scelgono di non avere rapporti sessuali e usano una volontà di ferro per non lasciarsi sopraffare dalle emozioni ma sono, al contrario, persone che non provano nessuna attrazione, i loro ormoni sono sopiti. Tale categoria non era stata annoverata in precedenza proprio perchè vi era una cattiva informazione riferibile ma oggi, anche da ricerche mediche effettuate sul punto, è emerso che vi sono persone che, pur perfettamente in salute, non provano alcun desiderio sessuale.
La libertà di espressione
Il sesso non rappresenta solo una indicazione di quelle che sono le pulsioni intime ma costituisce anche una forma di espressione libera della persona. Nell’antichità, come ad esempio con i Greci o i Romani, la sessualità veniva interpretata in maniera più giocosa e libera, l’omosessualità non veniva considerata come una discriminante, vi erano regolarmente orge e menage a trois. Con la religione cattolica tutto si è molto complicato e determinati comportamenti, prima ammessi o tollerati, sono divenuti inaccettabili con una conseguente esclusione delle persone che appartenevano a questa categoria. Sino a pochi anni fa, ad esempio, l’omosessualità veniva considerata come una malattia da curare dal punto di vista mentale e molti omosessuali venivano imprigionati in ospedali psichiatrici o addirittura al confino. Fortunatamente il progresso ha portato a una visione differente della problematica anche se ancora la strada da compiere è lunga perchè in alcuni contesti permangono ancora i pregiudizi. Molti ragazzi giovani non fanno coming out per paura di essere presi in giro o per timore di essere isolati dalla società.
La discriminazione
La discriminazione contro il diverso e, in particolare nei confronti degli omosessuali e di coloro che rientrano nella classificazione LGBTQIA è ancora forte. Esistono dei Paesi in cui l’omosessualità costituisce un reato punito con il carcere, come accade in Russia, o con la pena di morte, come accade in Arabia Saudita. La persona discriminata a causa del proprio orientamento sessuale viene presa in giro e isolata sin da piccola, ha difficoltà a fare amicizia e non riesce a manifestare liberamente le proprie pulsioni. In Italia, soprattutto nel sud, lo stereotipo del maschio alfa, ossia dell’uomo duro e dannato, rappresenta ancora oggi un ostacolo al cambiamento in quanto, in base a questa mentalità retrograda, l’omosessualità, oltre a non essere proprio compresa, non viene ammessa. Il cammino verso l’uguaglianza è lungo anche se molte cose sono state fatte, anche in una nazione cattolica che considera l’omosessualità come un peccato. L’apertura di Papa Francesco fa comunque ben sperare per il futuro anche perchè certe posizioni del passato sono state superate ampiamente.
Le unioni civili
La legge Cirinnà ha introdotto le unioni civili donando la possibilità, per persone dello stesso sesso, di unirsi in matrimonio avendo finalmente un riconoscimento legale. La problematica che riguardava le unioni omosessuali si riferiva all’impossibilità di succedere ai beni ereditari in caso di morte del compagno, l’impossibilità di prendere decisioni circa eventuali operazioni chirurgiche o trattamenti medici e la totale esclusione dalla vita del partner. Persone che avevano trascorso anche 30 anni di vita insieme, con la morte dell’altro venivano completamente cancellate senza alcun tipo di ufficialità. Oggi, grazie alla legge sulle unioni civili, i partner possono dichiarare davanti al sindaco o all’ufficiale di Stato civile il proprio amore e figurare a tutti gli effetti uniti con tutte le garanzie di legge. L’introduzione di questo nuovo istituto giuridico ha trovato numerosi ostacoli ma ha condotto ad un risultato sperato con la legalizzazione di tante coppie che vivevano nell’ombra secondo lo Stato italiano.
Le famiglie arcobaleno
La legge sulle unioni civili, se da una parta ha regolarizzato molte coppie omosessuali, per una contrarietà politica, non ha approfondito la tematica dei figli, escludendo totalmente l’argomento della step child adoption. Le famiglie arcobaleno sono appunto quelle famiglie i cui figli hanno genitori omosessuali e vivono nell’amore e nell’armonia. Generalmente il genitore dei bambini, in base alla legge italiana, è solamente chi materialmente li mette al mondo fornendo il patrimonio genetico, mentre l’altro, seppur compagno e genitore di fatto, è un perfetto estraneo. Purtroppo, ancora oggi queste realtà, che sono anche numerose, non trovano un riconoscimento legislativo in quanto, in base alla politica italiana, il tema dei figli non doveva avere corrispondenza nell’ambito delle coppie omosessuali. Peccato che le famiglie arcobaleno esistono e tanti bambini, con la morte del genitore biologico, rischiano di rimanere soli e di essere mandati in strutture protette e resi addirittura adottabili. Si spera che un domani si possa colmare questa grave lacuna che rischia di compromettere la serenità di tanti bambini innocenti.
Il Pride
Il Pride è la festa dell’allegria di coloro che, appartenenti alla sigla LGBTQIA, sono felici e gioiosi e decidono di auto celebrarsi nelle maggiori città del mondo. In passato l’omossessualità veniva interpretata come una macchia che doveva essere tenuta debitamente nascosta, non si doveva fare outing e manifestare apertamente le proprie pulsioni. I gay venivano esclusi e maltrattati, messi ai margini della società senza motivo. Oggi, finalmente, essere gay non è una colpa nè un demerito ma è solo ed esclusivamente un modo di essere e di esprimere la propria personalità. Pride significa orgoglio e le persone omosessuali sono appunto orgoglioso di dichiarare al mondo chi sono, senza paure e senza timori di venire discriminati. I colori, la musica, gli slogan e spesso gli spettacoli eccessivi, costituiscono solo un modo originale per festeggiare un momento così importante per la comunità rappresentata dalla sigla LGBTQIA che grida a tutti il proprio riconoscimento e il desiderio di avere un ruolo centrale nella società, come cittadini portatori di diritti.