Essere un trans che adora il BDSM e diventare una Mistress, non è sempre facile.
Il mio nome è Flores e sono una trans sudamericana da alcuni anni trasferitasi in Italia.
Ho acquisito una solida esperienza di dominatrice mettendomi in gioco ed indossando, oltre a lingerie sexy, maschere BDSM ed impugnando un frustino che alternavo ad un paddle che risultava indispensabile per comandare lo schiavo di turno.
Guardandomi allo specchio vestita con abiti latex che disegnavano il mio sinuoso corpo in modo perfetto, mi compiacevo di quanto vedevo riflesso. Cercavo di immedesimarmi anche nei panni di uno schiavo che sbavava di eccitazione vedendo la sua Mistress essere così provocante. Questa immagine ha sempre generato in me una certa eccitazione che, nell’intimità del mio letto, mi faceva usare alcuni sexy toys che avevo acquistato in un sexy shop online.
Trovavo le mie occasionali prede su diversi portali. Erano bastate alcune foto pubblicate dove si poteva ammirare il mio aspetto, per essere subissata da una incredibile quantità di messaggi. Erano tutti più o meno dello stesso tono: volevano che divenissi la loro Padrona.
In molti affermavano che avevano sempre desiderato di essere dominati da una Mistress trans e questo mi ha dato modo di vivere diverse esperienze.
La mia vita virtuale si componeva di chat erotiche che, dopo un logico accordo con la persona interessata, si trasformavano in webcam chat anche grazie alla piattaforma e alla community dove mi ero precedentemente iscritta.
Mi piaceva governare il gioco trovando dall’altra parte un partner consenziente che non attendeva altro di subire le mie punizioni impartite in modo remoto ma che volevo vedere eseguite attraverso la webcam.
Pareva essere una vita sempre nuova per via degli schiavi che, giorno dopo giorno, avevo modo di conoscere. Un giorno però qualcosa entrò prepotentemente a scuotere quel sereno trantran quotidiano che mi permetteva di vivere bene e divertirmi nello stesso momento.
Quel qualcosa aveva un volto ed un nome: Kevin, un bellissimo ragazzo di appena ventidue anni con un corpo atletico guadagnato con anni di danza vissuta a livello professionale. Sin dalla mia prima videochat mi resi conto che quel tipo mi aveva colpito grazie alla sua bellezza e ad una incantevole e sproporzionata dolcezza.
Ammetto che Kevin è stato come il classico fulmine a ciel sereno che ha rappresentato una piacevole, ma nel contempo anche complicata, novità nella mia vita.
Le nostre videochat erano divenute per me, una irrinunciabile abitudine quotidiana e nei giorni nei quali Kevin era assente, ne avvertivo una significativa mancanza.
Con l’andare del tempo mi resi conto che mi ero invaghita di quel giovane schiavo così differente dagli altri. Continuavo comunque a mantenere rapporti anche con gli altri, ma li consideravo solo una moltitudine di uomini pregni di problemi che avevano necessità di utilizzare una valvola di sfogo rappresentata da me, una Mistress trans.
Fu così che maturò in me l’idea di trasformare in reale quel rapporto che fino a quel momento si era mantenuto solo virtualmente. E così, decisa di andare fino in fondo, proposi a Kevin di incontrarci sul serio.
Dopo qualche titubanza da parte sua, ci accordammo sull’appuntamento che attesi con una insolita ansia.
Quando giunse il giorno e squillò il citofono, ero elettrizzata da quanto stava avvenendo. Speravo fosse l’inizio di quella storia d’amore che tanto mi mancava.
Avevo predisposto tutto l’occorrente per trascorrere piacevoli ore di sesso condito dalla dominazione. Sul mio comodino al fianco del grande letto avevo messo la crema lubrificante, l’igienizzante, un costrittivo, alcuni modelli di dildo con i quali pensavo di punire il mio schiavo, e altro ancora.
Il suo sorriso mi colse tuttavia di sorpresa. Per l’occasione avevo indossato una lingerie bianca con pizzi e merletti che si coniugava perfettamente con le autoreggenti bianche. Questo colore non poteva che evidenziare la mia pelle ambrata e le trasparenze dell’abbigliamento intimo lasciavano intravedere le grandi aureole scure dove si ergevano capezzoli che non si potevano non notare. Quanto ai miei attributi (madre natura è stata particolarmente generosa con me), risultavano essere così evidenti nonostante non ci fosse ancora l’eccitazione che avrebbe sviluppato smisuratamente la mia grossa verga.
Kevin pareva essere a suo agio sin dal mio primo comando che fu quello di denudarsi completamente. Una volta completata questa operazione, gli dissi che avrebbe dovuto leccarmi le scarpe dagli altissimi tacchi a spillo. Fece tutto senza fare alcuna obiezione.
Lo trascinai in camera e, sul letto, gli infilai la cintura di castità che gli avrebbe causato una dolorosa eccitazione. Con il paddle stretto nella mia mano destra, lo colpii più volte sul culo facendolo diventare prima rosso e poi violaceo. Vedevo che il suo uccello si stava ingrossando provocandogli una certa sofferenza e risi della circostanza.
Passai ad ammanettarlo al letto totalmente in mia balia e strofinai il mio bacino sulla sua faccia facendogli sentire la mia verga ingrandirsi per l’eccitazione fino a fuoriuscire dai minuscoli slip. Vedevo che era in attesa di poter assaporare la mia bestia (cosa che avrei voluto fare più che volentieri) ma, consapevole del mio ruolo di Mistress, decisi di farlo penare ancora un pò.
Furono ore realmente magiche che mi videro compiere ogni possibile trucco per ammaliare Kevin. L’idea era di farlo innamorare di me e di incominciare una vera relazione basata sul sentimento e sul sesso.
Kevin, spossato ma felice dell’esperienza vissuta, si fece la doccia prima di rivestirsi per tornare dai suoi dove ancora viveva. Mi lasciò con un sorriso di gratitudine, promettendomi di tornare quanto prima.
Quella sera, anche perché stanca e senza più stimoli, evitai di collegarmi in rete rinunciando a quelle esibizioni che mi permettevano di vivere. Ciò che desideravo era stare abbracciata con il mio amore-schiavo e risvegliarmi accoccolata al suo corpo perfetto. Dovetti accontentarmi di stringere un pupazzo di peluche e addormentarmi rapidamente.
Il giorno dopo, ancora sconvolta da quella esperienza, entrai in rete per cercare tracce di Kevin ma non lo trovai pur continuando per l’intera giornata ad inviargli messaggi.
Ignoravo di lui sia il cognome che il numero di telefono e come unico riferimento avevo il nickname. Il giorno successivo la sua assenza si fece ancor più pesante e incominciai a farmi delle domande: avevo sbagliato? Cos’era successo? Lo avrei rivisto ancora? L’unica cosa evidente era il malessere che avvertivo e il sentirmi stupida per essermi scioccamente innamorata di uno schiavo che si era disgregato nel nulla.
La mia ricerca continuò ancora per molte settimane, aggrappandomi alla speranza che lo avrei trovato online ma non accadde mai e rinunciai al mio sogno d’amore.
Oggi, ogni maschio che mi capita, assapora ancor prima di conoscermi una punizione che istintivamente è la mia rivalsa nei confronti di un sentimento andato deluso e, per questo, sono diventata la perfida MissBDSM!
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